I tessuti cicatriziali necessitano di valutazione e di un trattamento mirato per favorire la migliore qualità di guarigione e prevenire le aderenze (una delle complicanze più comuni). La cicatrizzazione di un tessuto attraversa varie fasi ed è influenzata da diversi fattori legati al tipo di lesione, al paziente e a stimoli meccanici; attualmente purtroppo non è possibile prevederne l’evoluzione. Esistono 3 tipi di cicatrici patologiche:
Si manifesta come un’alterazione rossa, dura e anelastica con contorni irregolari e di colorito roseo o biancastro. Sono rialzate ma non debordano dalla ferita e con il passare del tempo tendono ad appiattirsi. Si accompagnano molto spesso ad aderenze profonde.
Sono rialzate come quelle ipertrofiche ma hanno un colore rosso, sono calde e facilmente ipersensibili. Sono molto frequenti sulla cute dorsale della mano. Questo tipo di cicatrici non vanno assolutamente stimolate poiché potrebbero reagire con un aumento di cheloide.
Sono cicatrici caratterizzate da una retrazione cutanea con riduzione della superficie ed hanno come sede tipica le aree articolari sottoposte a flessione (plica di flessione della mano). Esse provocano un deficit funzionale poiché si accompagnano a importanti aderenze profonde.
Il trattamento delle cicatrici diviene un’importante fetta della riabilitazione poiché i processi aderenziali rappresentano gravi insuccessi del recupero funzionale. Nella riabilitazione della mano vengono principalmente impiegate tecniche di stimolazione (massaggio), tecniche di allungamento e inibizione (compressione) e tecniche meccaniche (terapie fisiche e vacuum terapia) a seconda della fase del processo di riparazione e del tipo di cicatrice.